“Le Equilibriste” è il report annuale con il quale Save the Children analizza la situazione delle mamme lavoratrici in Italia.
L’ultima edizione disponibile, diffusa in occasione della festa della mamma 2021, conferma la difficoltà delle donne di conciliare vita lavorativa, vita familiare e realizzazione personale; nell’anno della pandemia 249 mila donne hanno perso il lavoro, di cui 96 mila sono mamme con figli minori: tra loro, 4 su 5 hanno bambini in età prescolare. Si tratta di lavoratrici che, a causa delle restrizioni e della necessità di prendersi cura dei figli più piccoli, hanno dovuto rinunciare alla propria posizione lavorativa o sono state espulse dal mercato del lavoro.

La quasi totalità di esse – 90 mila su 96 mila – era già occupata part-time prima della pandemia.
Ma non è tutto: dal quadro che emerge dal rapporto, l’Italia – ahinoi – è un paese in cui nascono sempre meno bambini e dove è urgente una politica efficace a sostegno della genitorialità.
In Italia si diventa madri sempre più tardi e molte donne, quando si ritrovano a scegliere tra lavoro e famiglia, rinunciano alla carriera professionale a causa delle discriminazioni legate alla maternità nel mondo del lavoro e delle difficoltà a conciliare la gestione familiare con gli impegni lavorativi.

“L’Italia è tra i paesi che fa meno figli al mondo, meno anche rispetto agli anni della prima e seconda guerra mondiale” ha dichiarato Fabio Mosca, presidente della società italiana di neonatologia; non si tratta solo di una questione demografica, ma “principalmente sociale ed economica, causata dalla mancanza di politiche organiche e continuative di sostegno alla famiglia e alle donne-madri, per anni sottovalutata e da cui dipende il futuro del nostro paese”.
In attesa delle nuove misure e agevolazioni per i genitori previste dal Family act 2022 – che saranno attuate, grazie ai fondi del Pnrr, nei prossimi due anni – vediamo ciò che emerge, in tema di donne e lavoro, dall’ultimo rapporto di Save the Children.