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Lo stress lavoro-correlato: nuova ampia categoria?

di Roberto Santoro

Premessa su mobbing, straining e stress lavoro-correlato 

La presente rassegna giurisprudenziale si riallaccia a precedente nota di chi scrive, apparsa sempre su questa rivista nella quale, a commento di sentenza della Cassazione, ci si soffermava sullo stress lavoro-correllato – e il burnout che da esso può derivare – accostandolo ad altri fenomeni più conosciuti, quali il mobbing e lo straining.

Pur consapevoli della difficoltà di classificare le tre figure, si evidenziava che lo stress lavoro-correlato (in seguito anche slc), insieme al mobbing e allo straining, è fenomeno oggetto di studi, non tanto giuridici, ma più di psicologia e sociologia del lavoro. Le tre figure sono accomunate dall’essere fenomeni poliformi, per lo studio dei quali si dovrebbe avere un difficile approccio interdisciplinare che tenga conto degli importanti contributi delle scienze sociali e mediche, da decenni impegnate sul campo con l’obiettivo di individuarne i tratti caratteristici.

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Limitando le osservazioni al campo giuridico, in base alla giuriprudenza all’epoca esistente, si evidenziava che per mobbing (ancora privo di una sua definizione legislativa, nonostante disegni di legge in proposito) si poteva intendere la persecuzione sistematica messa in atto da una o più persone, nel corso di un intervallo temporale piuttosto lungo, con l’obiettivo intenzionale di danneggiare chi ne è vittima, attraverso l’emarginazione e la discriminazione, fino alla perdita del posto di lavoro come conseguenza di una rinuncia “volontaria” da parte del soggetto mobbizzato, o di un provvedimento di licenziamento a suo carico da parte dell’azienda. Si tratta, pertanto, della messa in atto di molestie morali sul posto di lavoro, attraverso atti vessatori, discriminatori, o comunque (anche se leciti, singolarmente considerati) configuranti una violenza psicologica, tali da compromettere la salute psicofisica e danneggiare la professionalità e la dignità della vittima, sino a estrometterla dalla realtà lavorativa o isolarla.