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SEAC

Vento, portami via con te

di Giuliano Testi – CTS SEAC

Vento, vento, portami via con te
Raggiungeremo insieme il firmamento
Dove le stelle brilleranno a cento
E senza alcun rimpianto
Voglio scordarmi un tradimento
Vento, vento, portami via con te

Bixio – Cherubini
La mia canzone al vento (1939)

Non si può imbrigliare il vento, il suo soffiare non può essere fermato dall’uomo. Tuttalpiù possiamo trovare un qualche riparo temporaneo, un umano artificio adatto alla bisogna, ma se il vento continua a soffiare prima o poi ci coglierà. Il vento a cui voglio riferirmi oggi non è quello – per usare un’immagine di bertoliana memoria – che sfiora le campagne ed accarezza sui fianchi le montagne, ma nientemeno che il vento del cambiamento, espressione finanche abusata, ma sempre efficace. La pandemia che ancora – ahinoi – ci affligge ha portato giocoforza delle novità dal punto di vista organizzativo, logistico e strutturale. In sostanza, abbiamo assistito ad un gigantesco esperimento a cui tutte le aziende del mondo sono state costrette a partecipare, volenti o nolenti. Anche quelle imprese che mai avrebbero voluto adottare determinate soluzioni. Pensiamo al lavoro da casa – non lo chiamo smart working, perché trattasi di modalità affatto diversa – che vede la stragrande maggioranza di noi coinvolta da circa due anni.

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Dobbiamo essere molto chiari su un punto: le grandi aziende – nazionali ed ancor più le multinazionali – utilizzano forme di lavoro da remoto, più o meno ibride, da anni. Per loro non c’è stata nessuna novità, o poca. Le aziende medie presentavano un quadro più differenziato, con alcune che stavano già sperimentando, altre che stavano tra il vorrei e il non vorrei, con resistenze interne tra il reale e lo psicologico. Le piccole realtà, spesso alle prese con la difficile gestione dei problemi quotidiani, guardavano al lavoro a distanza come ad un qualcosa che appartiene ad una dimensione altra rispetto alla propria. Purtroppo ancora oggi è troppo diffusa l’associazione tra il lavoro da casa ed il lavorare poco, sebbene – dati alla mano – i risultati di questa grande prova generale si siano rivelati positivi oltre le aspettative. A questo punto, dobbiamo decidere. Vogliamo cogliere il maestrale, con le opportune cautele, farci trasportare verso il futuro del lavoro e della gestione delle risorse umane o vogliamo cercare un qualche riparo ed attendere che il vento cessi di soffiare, accettando – al contempo – di veder sfilare via coloro che avranno saputo dispiegare le vele nel momento più opportuno?