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Assunzione di lavoratore straniero irregolare: dovrei pagare i contributi?

di Anna Nicolussi Principe

Il caso 

A. cittadino congolese privo di permesso di soggiorno veniva assunto da un imprenditore agricolo italiano che lo adibiva alla raccolta di prodotti ortofrutticoli. 
A seguito di un controllo da parte dell’Ispettorato territoriale del lavoro, al datore di lavoro veniva comminata una ammenda pari a euro 5.000. 
In seguito l’imprenditore veniva invitato dall’Inps alla regolarizzazione contributiva del lavoratore illecitamente assunto e gli venivano comminate le sanzioni per omissioni contributive. 
Ritenendo la sanzione penale comminata omnicomprensiva, il datore di lavoro sosteneva di non poter essere assoggettato ad ulteriori trattamenti sanzionatori e, inoltre, che la norma, vietando la conclusione di contratti con lavoratori extracomunitari, ne vieti anche la regolarizzazione contributiva. 

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L’assunzione di lavoratore extracomunitario 

Il caso proposto vede il coinvolgimento di un lavoratore straniero appartenente ad uno Stato estraneo all’Unione europea. Tale specificazione assume rilievo atteso che l’ordinamento delinea un regime giuridico differente per i lavoratori appartenenti ad uno Stato membro dell’Unione Europea, rispetto ai quali vige il principio di diritto europeo di libera circolazione delle persone e libertà di stabilimento, e per quelli estranei all’Unione europea, in relazione ai quali trova applicazione una disciplina più complessa. 
Il quadro normativo di riferimento relativo alla condizione giuridica degli stranieri – definiti come i soggetti non appartenenti ad un Paese parte dell’Unione europea – e degli apolidi nel nostro Paese, anche per quanto attiene l’accesso al lavoro, è rappresentato dal Testo unico sull’immigrazione di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998.