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SEAC

Nessun uomo è un’isola

di Giuliano Testi – CTS SEAC

“Essendo specializzato in matematica, credevo che tutto fosse uguale alla somma delle sue parti, finché non ho cominciato a lavorare con le squadre. Poi, quando divenni allenatore, capii che il tutto non è mai la somma delle sue parti – è maggiore o minore, a seconda di come riescono a collaborare i suoi membri.”

Una delle associazioni più ricorrenti, quanto si parla comunemente di lavoro di gruppo, è quella tra i componenti dei team di lavoro ed i giocatori delle squadre sportive. Le stesse parole che utilizziamo, le stesse espressioni adottate, avvalorano questa similitudine; parliamo infatti di team, di lavoro di squadra, di mèta da raggiungere… È per questo che ho scelto di aprire l’editoriale con una frase di Chuck Noll, considerato uno dei migliori allenatori americani di sempre. Ma attenzione, egli non si limita a sottolineare l’importanza del gruppo: ci mette in guardia, evidenziando un aspetto che spesso non viene considerato, ovvero che il valore totale di un team – nel nostro caso un team di lavoro, un reparto, un’intera azienda – può essere certamente superiore alla somma di quello dei singoli componenti, ma se il processo di team building non ha successo, il risultato finale può essere anche negativo. Oggi le aziende che vogliono essere competitive non possono prescindere da una sempre maggiore attenzione nei confronti dei propri collaboratori, in termini di formazione, di attenzione alle necessità del singolo, di un ambiente di lavoro adeguato e della messa a punto di processi operativi che siano improntati a facilitare il lavoro, permettendo allo stesso tempo al singolo di esprimere al massimo le proprie potenzialità all’interno del proprio gruppo di lavoro.

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Per poter fare questo dobbiamo essere pronti a fronteggiare almeno tre difficoltà principali che in questo numero della nostra rivista analizziamo con l’aiuto preziosissimo di tre grandi esperti: con Luca Baiguini abbiamo parlato del primo ostacolo da superare, quello della comunicazione ed in particolare quello della capacità dei manager di motivare i collaboratori utilizzando la chiave del coinvolgimento e della condivisione delle idee a dispetto della conduzione gerarchica ormai vetusta; con l’ex campione di basket Riccardo Pittis abbiamo approfondito la seconda, ovvero riuscire a creare lo spirito di squadra, quel sentimento prezioso che ci permette di fare un passo ulteriore quando le energie sono ormai finite, di vedere il risultato finale come un valore per tutta l’organizzazione a dispetto di chi lo porta a compimento; infine, con Peter Ivanov abbiamo affrontato la terza difficoltà, legata anche e soprattutto alla situazione contingente, cioè l’attività da remoto, il senso di lontananza, il pericolo che il lavoro – per così dire – in solitaria possa farci sentire come tante isole. Al riguardo, mi piace ricordare quello che scrisse John Donne circa quattro secoli or sono: “Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto”. Abbiamo ancora molto da imparare. Dobbiamo essere pronti a farlo.

Buona lettura.

Franco Cova