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SEAC

Andri Snær Magnason

 
Il tempo e l’acqua 

Intervista a Andri Snær Magnason

di Giuliano Testi – CTS SEAC

“Magnason ci spinge a ripensare il mondo, ci mette in guardia dal nostro eccesso di presunzione tecnologica, e soprattutto dal superpotere del petrolio, che ha reso le nostre vite comode e globali, ma ha riempito il pianeta di spazzatura, di squilibri energetici e ha aggravato le diseguaglianze tra paesi ricchi e paesi poveri. Per questo grido d’allarme lanciato con urgenza al genere umano, per il modo semplice ed efficace, eppure rigoroso, di rendere evidente e farci comprendere l’entità del fenomeno, Il tempo e l’acqua è un libro necessario”. Con questa motivazione, che racchiude tutta l’essenza della sua sensibilità e del suo stile, il Premio Terzani 2021 è stato assegnato a Andri Snær Magnason. Narratore, poeta e drammaturgo, da molto tempo è impegnato anche nella divulgazione scientifica, nella politica e nell’attivismo ambientale. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo la raccolta di poesie Bónus e Draumalandiđ, saggio che denuncia lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali islandesi, divenuto in seguito un lungometraggio co-diretto dallo stesso Magnason.

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Nel tuo libro dedichi molte pagine ai tuoi nonni, una cosa che ho apprezzato molto. Scrivi “A ben guardare, sembra che la loro generazione abbia dovuto costruire tutto da zero: fondare la repubblica, formare associazioni, costruire case, gettare fondamenta, costruire la nostra capitale”. Oggi, pur avendo a nostra disposizione molta più tecnologia e possibilità, abbiamo forse maggiori difficoltà ad affrontare le grandi sfide con unità di intenti…

Se guardi le vecchie foto e parli con la vecchia generazione, troverai l’orgoglio imprenditoriale di costruire case, infrastrutture, fondare club sportivi e ponti, ma anche molto lavoro di volontariato, ad esempio per creare le squadre di ricerca e soccorso islandesi. Spero che riusciremo a ritrovare quello spirito quando si tratta di proteggere l’ambiente, di riforestare, bonificare le zone umide e ridisegnare tutte le nostre infrastrutture.