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SEAC

Vision(e)

di Giuliano Testi – CTS SEAC

“In a dream I walked with God through the deep places of crea-

tion; past walls that receded and gates that opened through hall

after hall of silence, darkness and refreshment–the dwelling place

of souls acquainted with light and warmth–until, around me,

was an infinity into which we all flowed together and lived anew,

like the rings made by raindrops falling upon wide expanses of

calm dark waters.”

Dag Hammarskjold

E ci tocca parlar di vision… di visione, parola dal molteplice significato, rarefatta immagine verso cui tendere, dal fascino profondo. È nella natura umana muoversi oltretendendo, vanoaspirare al raggiungimento di un orizzonte che sempre tale rimane, in quanto sé stesso, ma che sempre ci pare di poter raggiungere. Percorso accidentato, duro, impegnativo per il corpo e per l’anima, esaltante e frustrante allo stesso tempo, odio ed amore, malattia e cura.

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Voler raggiungere la visione – ahi, follia dell’uomo – comporta estremo impegno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, ogni battito del cuore. Vuole un fine da inseguire – inseguire appunto, senza raggiungere mai completamente, perché di visione qui si parla – vuole adattamento e cambiamento. Oh Tiresia, tu che pènetri ogni cosa, palese o arcana, terrena o celeste, Tebe, tu ben lo sai, se pur nol vedi, da che morbo è percossa. Ben più misero e meno epico morbo percuote i nostri giorni e difficile a dirsi è quando diventerà solo un ricordo, nebbiaconfuso lacrimeversante. Reagire, ricostruire, inseguire la visione, personale e collettiva, è imperativo. Riusciremo? Dimmi, dimmi se tu sei disposto a viaggiare verso un punto ancora da definire, sia nel conforto della tua vita adusa sia al di là delle tempestose Ebridi… o se dormi secondo la favola del vecchio Bellerofonte, dove la grande visione del monte custodito guarda verso Namancos e la stiva di Bayona. Possiamo fare a meno della visione? Nasconderci, fuggire come il reietto Giona verso una nostra Tarsis? No. L’essere umano ha sempre una propria visione, una meta da raggiungere. Prendere le giuste decisioni, percorrere il cammino più idoneo, questo sì è il nostro compito. E sarà sorprendente – o forse no – vedere che all’approssimarsi della nostra visione, una nuova, ancora più grande e più luminosa, sorgerà all’orizzonte della nostra esistenza. Tendere verso qualcosa di non completamente raggiungibile fa parte della nostra essenza, è un desiderio che si rinnova costantemente e che ci trascina, in perenne movimento come le onde del mare, come le onde del mare, come le onde del mare, attendendo il violinista di Dooney.