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Investire in innovazione digitale senza rinunciare alla competitività: la svolta nella gestione della cybersecurity in azienda

di Giovanni Finetto e Paola Finetto

Le imprese italiane hanno iniziato già da tempo a investire in innovazione digitale. La vera sfida, in questo momento storico, è dirigere gli investimenti verso nuove priorità.

Fino al 2018 le somme spese dalle imprese per l’innovazione digitale si sono concentrate principalmente su software gestionali (ERP – enterprise resource planning) e per la gestione di contatti (CRM – customer relationship management), sistemi per la digitalizzazione e la dematerializzazione, strumenti di e-commerce e di mobile business, servizi di digital marketing. Già nel corso del 2018 il trend ha iniziato a cambiare e, nel 2019 ma ancor più nel corso del 2020, sono invece aumentati gli investimenti per la gestione dello smart working, oltre che nel settore information security e risk management, nonché nei servizi di cloud computing. L’aumento del lavoro a distanza e la maggiore esposizione ai rischi della rete hanno accresciuto negli imprenditori la consapevolezza della gravità dei rischi, ai quali è esposta la struttura informatica aziendale. La cyber security è ora considerata come un rischio d’impresa sempre più importante e, di conseguenza, le imprese sono più pronte ad attivarsi per reperire strumenti di protezione della rete aziendale e per assicurare la business continuity in caso di attacchi da parte di hacker malevoli. 

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Questo andamento negli investimenti in innovazione digitale è stato studiato dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano. In particolare, si è osservato che l’aumento, già dal 2019, degli investimenti nel settore information security e risk management testimonia quanto sia diffusa la percezione del rischio cyber di fronte al fenomeno, sempre più penetrante, del cyber crime, che attualmente costituisce una delle minacce più insidiose a livello globale, con un incremento su base annua sempre maggiore: è un rischio che colpisce sia le grandi che le medie e piccole imprese e che, per questo, coinvolge il sistema economico di tutto il Paese. Una recente ricerca presentata dal Corriere della Sera ci racconta che nel 2020 in Italia si è verificato un vero e proprio boom di attacchi informatici, + 246% rispetto al 2019. Le organizzazioni criminali digitali si impossessano di milioni di dati di imprese ed enti, criptano i dati e successivamente chiedono il riscatto, normalmente in cryptovaluta, pena la pubblicazione degli stessi online, esponendo le vittime a danni reputazionali e a eventuali sanzioni comminate, ad esempio, dal garante per la protezione dei dati personali.