Tito Boeri
Riprendiamoci lo Stato
Intervista a Tito Boeri
di Giuliano Testi – CTS SEAC
Febbraio 2021
L’Italia ha assolutamente bisogno di tornare a crescere. Già prima della crisi derivante dell’emergenza sanitaria da Covid-19 era, insieme alla Grecia, l’unico paese europeo in cui il reddito disponibile delle famiglie fosse diminuito nel corso degli ultimi venticinque anni. Questo periodo così difficile che stiamo attraversando può fornirci qualche importante lezione? Ne abbiamo parlato con Tito Boeri, professore ordinario all’Università Bocconi, per quattro anni presidente dell’Inps, ed autore assieme a Sergio Rizzo del libro “Riprendiamoci lo Stato” edito da Feltrinelli. In esso gli autori si concentrano sul meccanismo della macchina statale, complesso e prezioso, ma anche pieno di falle, disfunzioni, contraddizioni e incompetenze, che anziché favorire la crescita rendendo la vita facile a cittadini e imprese rappresenta spesso il vero freno del paese. Le cause hanno a che fare con burocrati incapaci legati non di rado a doppio filo con la politica, politici inconsapevoli del proprio ruolo che approvano leggi assurde, sindacati che hanno smarrito il filo della loro storia diventando complici della paralisi. Per cambiare direzione non servono grandi riforme, basterebbero piccoli interventi coraggiosi.
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Iniziamo dal titolo del libro, “Riprendiamoci lo Stato”, certamente molto ambizioso…
Non possiamo permetterci una macchina dello Stato che non sia percepita dai cittadini come dalla loro parte. Durante la pandemia l’intervento pubblico ha varcato ogni confine, superando ogni limite che si poteva a priori immaginare. Lo ha fatto in gran parte per buone ragioni, ma invadendo pesantemente la nostra vita privata. È una invasione destinata a durare: non si è mai vista una ritirata rapida del pubblico. Se lo Stato continua ad essere inefficiente come purtroppo è in gran parte nel nostro paese, questa invasione di campo diventerà presto insopportabile, ponendo problemi molto seri alla ripresa della nostra economia e alla stessa coesione sociale.